L’Italia è alle prese con una grave emergenza idrica, causata da un inverno secco e mite e da una primavera piovosa ma non sufficiente a compensare il deficit accumulato.
Secondo il bollettino siccità di ISPRA, il 2023 è stato il secondo anno più secco dal 1961, con una riduzione delle precipitazioni del 18% rispetto alla media storica. La situazione è critica in tutte le regioni, ma soprattutto al nord, dove il fiume Po ha raggiunto livelli minimi storici, compromettendo la navigazione, l’irrigazione, la produzione di energia elettrica e la qualità delle acque.
Le cause della siccità
La siccità è un fenomeno naturale e temporaneo, che si manifesta quando le precipitazioni sono inferiori alla media climatica del luogo. Tuttavia, la frequenza e l’intensità delle siccità sono influenzate anche da fattori antropici, come il cambiamento climatico, l’uso eccessivo delle risorse idriche, la perdita di suolo e vegetazione, la cementificazione del territorio e la scarsa pianificazione e gestione del ciclo dell’acqua.
Il cambiamento climatico è una delle principali cause della siccità, in quanto altera il regime delle precipitazioni, aumenta le temperature, riduce la disponibilità di neve e ghiaccio e favorisce l’evaporazione. Secondo il rapporto del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) l’Europa meridionale, tra cui l’Italia, è una delle aree più vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale, che potrebbe portare a una riduzione delle precipitazioni del 20-30% entro la fine del secolo e a una maggiore frequenza e durata delle ondate di calore e delle siccità.
L’uso eccessivo delle risorse idriche è un altro fattore che contribuisce alla siccità, in quanto riduce la quantità e la qualità dell’acqua disponibile per gli usi umani e ambientali. L’Italia è il secondo paese europeo per consumo di acqua pro capite, con una media di 220 litri al giorno, di cui il 43% destinato all’agricoltura, il 36% all’industria e il 21% agli usi domestici. Tuttavia, la distribuzione delle risorse idriche sul territorio è molto disomogenea, con aree di scarsità e aree di abbondanza, e la rete idrica è spesso inefficiente e obsoleta, con perdite che superano il 40%
La perdita di suolo e vegetazione è un altro elemento che aggrava la siccità, in quanto riduce la capacità del terreno di trattenere e infiltrare l’acqua, aumentando il deflusso superficiale e l’erosione. L’Italia è uno dei paesi europei con il maggior tasso di consumo di suolo, con una media di 7 metri quadrati al secondo, dovuto principalmente all’espansione urbana, infrastrutturale e industriale. Questo comporta una riduzione delle aree agricole e forestali, che svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del ciclo idrologico e nella mitigazione del cambiamento climatico.
La cementificazione del territorio è un altro aspetto che influisce sulla siccità, in quanto impedisce l’assorbimento dell’acqua da parte del suolo, favorendo il riscaldamento urbano e la formazione di isole di calore. L’Italia è il paese europeo con la maggiore densità di superfici artificiali, con una media di 223 metri quadrati per abitante, di cui il 60% costituito da aree impermeabili. Questo determina una riduzione dell’evapotraspirazione, un aumento dell’evaporazione e una diminuzione della ricarica delle falde acquifere.
La scarsa pianificazione e gestione del ciclo dell’acqua è un altro problema che esacerba la siccità, in quanto non garantisce una corretta allocazione e distribuzione delle risorse idriche tra i diversi settori e utenti, né una adeguata prevenzione e mitigazione degli impatti. L’Italia non dispone di un piano nazionale per la gestione della siccità, ma solo di piani regionali spesso incompleti o in attuati. Inoltre, mancano infrastrutture idriche adeguate, come bacini di accumulo, reti di trasporto e impianti di depurazione e di riutilizzo delle acque reflue.Le conseguenze della siccità
La siccità ha effetti negativi su diversi aspetti della vita sociale, economica e ambientale del paese, che si ripercuotono anche sulla salute e sul benessere della popolazione.
La siccità compromette la sicurezza alimentare e idrica, in quanto riduce la disponibilità e la qualità dell’acqua potabile e dell’acqua per l’irrigazione delle colture. Questo comporta una diminuzione della produzione agricola e zootecnica, con conseguenti perdite economiche per gli agricoltori e aumenti dei prezzi per i consumatori. Inoltre, la siccità favorisce la diffusione di malattie e parassiti nelle piante e negli animali, con rischi per la salute pubblica e per la biodiversità.
La siccità danneggia l’ambiente e gli ecosistemi, in quanto altera il funzionamento e l’equilibrio dei corsi d’acqua, dei laghi, delle zone umide e delle falde acquifere. Questo comporta una riduzione della biodiversità acquatica e terrestre, una diminuzione dei servizi ecosistemici, come la depurazione dell’acqua, la regolazione del clima e la prevenzione delle alluvioni, e una maggiore vulnerabilità agli incendi boschivi e alla desertificazione.
La siccità ostacola lo sviluppo economico e sociale, in quanto limita la disponibilità e la qualità dell’acqua per le attività industriali, energetiche, turistiche e ricreative. Questo comporta una riduzione della competitività e della produttività delle imprese, una diminuzione dell’occupazione e del reddito delle famiglie, una riduzione della qualità della vita e del benessere dei cittadini e una maggiore povertà e disuguaglianza.
La siccità genera conflitti e tensioni, in quanto aumenta la competizione e la domanda di acqua tra i diversi settori e utenti, sia a livello locale che internazionale. Questo comporta una maggiore frequenza e intensità di dispute e contenziosi per l’accesso e l’uso dell’acqua, sia tra le regioni e le province italiane, sia tra i paesi confinanti o transfrontalieri, con possibili ripercussioni sulla pace e sulla sicurezza.
Le possibili soluzioni
La siccità è un fenomeno complesso e multidimensionale, che richiede una risposta integrata e coordinata tra i diversi livelli di governo, i diversi settori e utenti, e i diversi ambiti di intervento. Tra le possibili soluzioni, si possono individuare quattro linee guida principali:
Adattarsi al cambiamento climatico, monitorando e valutando gli scenari futuri e gli impatti della siccità, e adottando misure di adattamento basate sull’evidenza scientifica e sulla partecipazione degli stakeholder, come la revisione dei piani di gestione delle risorse idriche, la promozione di pratiche agricole sostenibili e resilienti, la protezione e il ripristino degli ecosistemi idrici e la riduzione delle emissioni di gas serra.
– Risparmiare e usare efficientemente l’acqua, sensibilizzando e incentivando i cittadini e le imprese a ridurre il consumo e lo spreco di acqua, sia negli usi domestici che in quelli produttivi, e migliorando la gestione e la manutenzione delle reti idriche, per ridurre le perdite e le dispersioni. Inoltre, è necessario promuovere il riutilizzo delle acque reflue trattate e la raccolta delle acque piovane, come fonti alternative di approvvigionamento idrico.
Proteggere e valorizzare le risorse idriche, conservando e ripristinando la qualità e la quantità delle acque superficiali e sotterranee, attraverso la prevenzione e il contrasto dell’inquinamento, la tutela e il ripristino degli ecosistemi idrici e delle aree umide, la gestione sostenibile delle risorse forestali e la lotta alla desertificazione e alla perdita di suolo.
Cooperare e coordinare le azioni, rafforzando la governance e la partecipazione dei diversi attori coinvolti nella gestione delle risorse idriche, sia a livello nazionale che internazionale, attraverso la definizione e l’attuazione di piani e strategie condivise, il monitoraggio e la valutazione degli impatti e delle misure adottate, la condivisione e la diffusione delle informazioni e delle buone pratiche, e la risoluzione pacifica dei conflitti e delle controversie.
La siccità è una sfida globale che richiede una risposta locale, basata sulla conoscenza, sulla responsabilità e sulla solidarietà. L’Italia, come paese mediterraneo e altamente antropizzato, è particolarmente esposta e sensibile agli effetti della siccità, che minacciano la sicurezza, lo sviluppo e il benessere del paese. Per affrontare questa emergenza, è necessario adottare una visione sistemica e integrata, che consideri l’acqua non solo come una risorsa da sfruttare, ma come un bene comune da proteggere e da condividere.
Fonti
: ISPRA, Bollettino siccità 2023, http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/bollettino-siccita-2023
: ARPAE, Monitoraggio idrologico del fiume Po, https://www.arpa.emr.it/sim/monitoraggio_idrologico_del_fiume_po
: IPCC, Climate Change 2021: The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change, https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg1/
: ISTAT, Uso dell’acqua in Italia, https://www.istat.it/it/archivio/uso+dell%27acqua
: ENEA, Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2020, https://www.enea.it/it/seguici/pubblicazioni/pdf-volumi/raee-2020.pdf
: ISPRA, Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2019, http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2019
: EUROSTAT, Land cover and land use statistics, https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Land_cover_and_land_use_statistics
: CNR, Il lago di Bracciano tra siccità e cambiamenti climatici, https://www.cnr.it/it/news/9069/il-lago-di-bracciano-tra-siccita-e-cambiamenti-climatici